STATO DI DIPENDENZA
Copyright © Andrea Balestri 1998
Stato di dipendenza (I^Parte)
Era una notte buia, oscura, dispersa nell'immensa solitudine di un mondo chiuso, circondato da un'atmosfera che nascondeva in se tutta la misteriosità di quelle silenziose sere di fine Autunno che tanto, per la loro aria spettrale, perseguitano gli animi della gente che vi si trova. Il cielo era piuttosto limpido e fra tutte, spiccavano le costellazioni di Orione, con la sua imponente ed enigmatica "cintura", e il Toro che contrapponeva ironicamente all'umido ambiente il suo infuocato "occhio", Aldebaran, ma che contemporaneamente svelava le sue Pleiadi, che apparivano (ed è una loro caratteristica) come avvolte in una poco rassicurante e non meno gelida coltre di nebbia. Spiaggia deserta. Mi trovavo in quel luogo perché mi ci portò qualcosa di paragonabile ad una forza estranea. Essa mi recò sino alla riva del mare e un attimo dopo scorsi in lontananza una luce di un colore indefinibile, in quanto essa sfavillava come un potente astro celeste. Lo sentivo, non era di origine mortale, e fino ad ora avevo intravisto cose dello stesso genere soltanto in alcuni documenti fotografici riguardanti la possibilità di esistenza della vita negli altri mondi, i quali mi erano rimasti impressi sottoforma di messaggi subliminali sfogliando libri in biblioteca. La luce si faceva sempre più vicina, ma dopo non molto tempo mi accorsi che era più strana di quanto pensassi: non era reale, non era concreta, ossia percettibile comunemente dai cinque sensi umani. Ciò mi fu possibile comprenderlo grazie alla comunicazione da parte di un essere di natura ultraterrena, il quale si era rivolto a me telepaticamente e, tramite un linguaggio comprensibile da chiunque, inglese, cinese, ostrogoto che sia mi aveva informato riguardo al fatto. La luce si avvicinava e il presunto demone con essa. Io non provavo emozione alcuna, se non la dipendenza da questi. Ero sotto il suo controllo e nulla mi avrebbe distolto lo sguardo e l'attenzione da ciò che mi dominava. Non provavo neanche le sensazioni, infatti non posso constatare se in quel momento mi trovavo in posizione eretta o che altro. Allora il demone sfogò la sua ira sulla superficie delle acque marine, che fino a un momento prima erano rimaste placide come l'olio dentro ad un bicchiere. Il mare s'infuriò, il fragore provocato dalle onde in questa enorme bufera appariva come il rombo del tuono in un'enorme tempesta. Non capivo quale fosse il motivo di tale sfogo da parte del mostro e, d'altronde, non comprendevo ad egual modo perché avesse chiamato proprio me ad assistere a quell'assurdo spettacolo di distruzione.
La luce ed il demone misterioso che vi si rifugiava mi erano ormai vicini e la catastrofe da essi provocata era al massimo della potenza e della distruzione; io osservavo e i miei stessi occhi erano guidati dalla stessa forza estranea che mi aveva portato sul luogo. All'improvviso il veicolo si fermò e per poco la mia vista non fu accecata dalla fortissima luminosità dell'oggetto, paragonabile a un enorme Sole.
Il demone uscì dal veicolo.
Da quell'istante incominciò a divertirsi (o almeno presumo) giocando con le mie emozioni: non faceva altro che "manipolare" il mio stato d'animo, da uno stato di quiete profonda a un altro di terrore, tutto ciò ad ogni secondo, ogni secondo.......................
Mi risvegliai al mattino del giorno seguente, quando tutto era ritornato alla normalità; mi sentivo stordito, frastornato, come ci si sente dopo una lunga e dura fatica. La spiaggia era ancora deserta, unica presenza di vita io e un gabbiano. Del veicolo neanche traccia, se non che l'acqua era più limpida del solito...
La vittoria sull'oggetto x (Stato di dipendenza II^ parte)
Pensavo di avere appena intrapreso la prima ed ultima delle mie esperienze riguardanti quel mondo che agli umani pare tanto straordinario quanto profano e contrario agli insegnamenti che Dio ci ha dettato (come direbbero i più religiosi), ma contrariamente a ciò che speravo i fatti non si svolsero nel previsto.
Era una sera dei primi di Ottobre, esattamente tre giorni dopo dall'evento che mi aveva coinvolto sulla spiaggia, quando mi trovai ad osservare un fenomeno veramente singolare: una luce proveniente da nord-ovest simile ad una cometa percorreva la volta celeste ancora parzialmente illuminata dai raggi solari ad una velocità che secondo i miei calcoli doveva essere piuttosto elevata (dato che gli oggetti a quell'altezza viaggiano molto più veloce di quanto appaia all'occhio umano). Era di un colore verdognolo, ma come in tutte le stelle più brillanti la gradazione variava in frazioni di secondo dal giallo al blu.
Dopo aver dedotto che di una cometa non poteva trattarsi, rimanevano 4 ipotesi:
_Un effetto ottico dell'atmosfera;
_Un meteorite di enorme grandezza non disintegratosi a contatto con la già nominata ;
_Un razzo...;
_Un veicolo non artificiale.....
Per il semplice fatto che possedevo (e possiedo) un vasto bagaglio culturale sui campi scientifici ed artistici ed ebbi precedentemente affrontato questi sorprendenti ed interessanti spettacoli che la natura ci offre, decisi di eliminare la prima ipotesi, poiché supponevo che effetti così nitidi non possono avere luogo ad un'altitudine così elevata.
Anche la seconda ipotesi non poteva essere valida poiché un meteorite non avrebbe impiegato un tempo così lungo per arrivare a schiantarsi al suolo. Delle due rimanenti conclusioni, entrambe piuttosto sconcertanti, decisi di eliminare l'ipotesi che si trattasse di un razzo, perché come già detto l'oggetto non era di gradazione stabile, cosa che al contrario è caratteristica nel primo. Osservandolo attentamente conclusi anche che esso ardeva come il fuoco e ad un certo istante ebbi la piena certezza che esso non era di natura terrestre.........
Il veicolo, giunto allo zenit, cessò di avanzare e con estrema velocità lo vidi esattamente al di sopra della mia persona a un'altezza di circa venti metri.
Fino a quel momento non avevo ancora compiuto l'atto di far ritornare alla mente ciò che mi era capitato tre giorni prima, ma nell'istante in cui lo feci capii che sotto a tutta questa faccenda c'era qualche cosa di strano: era me che volevano. Ma
PERCHÉ ?
Ripensando anche a ciò che essi avevano obbligato la mia mente a fare nel precedente incontro, cominciai ad odiare e a ripudiare quell'oggetto violentatore della libertà personale, quell'oggetto che non aveva niente a che fare con il nostro mondo. Non avevo mai odiato a morte qualcuno o qualcosa come quell'orribile, orrenda e malefica cosa. Provai un odio tale da combattere telepaticamente con quel mostro non appartenente al nostro pianeta tanto da farlo quasi esplodere.
Quando esso si allontanò, io compresi di avere vinto la mia prima battaglia telepatica contro un essere extraterrestre..
CHI E' L'AUTORE
Sono Andrea Balestri, autonominato "l'Etrusco", ho 15 anni e mezzo e frequento la seconda liceo scientifico nella città dove abito: Cesenatico.
Sono diplomato in solfeggio e mi esibisco in vari gruppi suonando il pianoforte, il trombone (che studio da poco più di un anno) e una miriade di altri piccoli strumenti. Inoltre mi sono classificato terzo insieme ad altri due amici al concorso nazionale "Suona con noi " svoltosi in occasione della fiera musicale di Pesaro, presentando brani originali.
Mi definisco una persona contro corrente, in quanto spesso vengo deriso per la mia passione verso argomenti alquanto insoliti, quali: la storia dell'alfabeto, l'astronomia, i misteri delle civiltà scomparse e degli animali leggendari e l'archeologia. In me è sempre prevalso un costante desiderio d'imparare che certo non ha favorito i miei rapporti sociali.
Il newsgroup in cui partecipo maggiormente è it.discussioni.misteri
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