IL TRITTICO DELLE DELIZIE

Copyright © 1995 Cristian Filagrossi

BOSCH E IL RINASCIMENTO FIAMMINGO

Apparentemente può sembrare difficile spiegarsi, nel contesto borghese fiammingo, l'arte di Bosch. Mentre gli altri artisti fiamminghi sembrano rendere con minuzia esasperata la realtà delle città ove vivono, nelle tavole di Bosch si affollano strane figure fantasiose, rettili antropomorfi, insetti, mostri talvolta osceni, visioni allucinanti di un sogno pieno di incubi. Mentre gli altri pittori cercano di dipingere gli uomini così come appaiono di fuori, egli ha il coraggio di dipingerli quali sono dentro, nel loro animo. Per questo suo voler sondare l'animo umano con metodo psicanalitico e senza l'uso della ragione, ma lasciandosi trasportare semplicemente dall'inconscio, per estrapolarne le paure e le inquietudini e mostrarle sottoforma di diaboliche creature, si è spesso visto in Bosch, anche se in modo un pò troppo superficiale, un precursore del surrealismo. Per capire il pittore bisogna invece studiarlo nel suo ambiente e nel suo momento storico. Innanzitutto, contrariamente alla concezione rinascimentale italiana, l'arte fiamminga ha sempre espresso un'inquietudine di fondo e un medievalismo gotico, legati alla cultura nordica piuttosto che alla chiara visione di origine classica. Bisogna poi aggiungere la crisi dei valori che, nella seconda metà del XV secolo, è avvertibile in tutta l'Europa. E' la grande crisi che, di lì a pochi anni, darà luogo alla riforma luterana. Tutto questo era fortemente sentito nel paese natale del pittore. Il fatto poi che Bosch facesse parte della Confraternita di Nostra Signora, un organizzazione volta a combattere le eresie e la corruzione, non solo dei laici ma anche degli ecclesiastici, chiarisce una volta per tutte quello che è il messaggio delle opere di Bosch: mostrare visivamente che la corruzione interiore riduce l'uomo a bestia (vedi ad esempio nel Trittico delle Delizie la scrofa con il vestito di suora che abbraccia un uomo).

Nell'opera di Bosch contenuto simbolico e forma sono indissolubilmente legati: perché la certezza della forma, la fermezza del contorno, lo splendore del colore assicurano all'immagine simbolica una realtà, una presenza fenomenica e legano gli episodi stravaganti in unità visibile, mentre insiste ben poco sulla densità, sul volume, sul "peso" delle forme e inventa rapporti di colore più espressivi che abbiano una assoluta immediatezza visiva per dare concretezza alle immagini di sogno da lui raffigurate. Il paesaggio di Bosch appare assai ampio, come se fosse contemplato da una torre, le figure invece dipendono da un punto focale molto basso.

IL TRITTICO DELLE DELIZIE

E' il secondo dei grandi trittici di Bosch che ci sono pervenuti integri. Deve considerarsi in relazione con altri due grandi trittici, quello del Fieno e quello delle Tentazioni, attraverso i quali Bosch vuole rappresentare i tre motivi che distolgono gli uomini dalla salvezza, cioè la cupidigia dei beni terreni (Fieno), la ricerca del godimento dei sensi (Delizia), le tentazioni d'origine intellettuale (Tentazioni). L'interpretazione più diffusa è quella moralistico-didascalica: all'esterno, il terzo giorno della Genesi, come antefatto; all'interno, nello scomparto a sinistra, la creazione di Eva, evento base dei mali del mondo; al centro, la raffigurazione dei peccati carnali; a destra, il castigo , l'inferno: A queste interpretazione sostanzialmente pessimistica se ne oppone una ottimistica, ma meno diffusa e meno probabile, secondo la quale il quadro è l'illustrazione del paradiso degli Adamiti: l'inferno sarebbe un inferno per gli eretici, coloro cioè che hanno peccato contro le dottrine della setta. Tale inferno però conterrebbe i germi della redenzione, una sorta dunque di Purgatorio, dal quale le anime passerebbero al centro per godere delle gioie dell'amore.

A. LA CREAZIONE DEL MONDO

Facce esterne degli scomparti laterali, formanti una composizione unica il mondo al terzo giorno di creazione, visto a volo di uccello entro una sfera di cristallo, simbolo della fragilità dell'universo. In alto a sinistra, entro uno squarcio di nubi, il Creatore, figurato come un vecchio con barba e tiara. Dio è relegato in un angolo, il globo diviene grande protagonista dell'evento con la figurazione del primo paesaggio fino a se stesso nella storia della pittura. Sulla terra non compaiono ancora gli animali, ma crescono piante e strane formazioni vegetali e minerali, che alcuni studiosi hanno interpretato come simboli sessuali.

B. IL PARADISO TERRESTRE

Faccia interna dello scompartimento laterale a sinistra, raffigurante la creazione di Eva. Il solito dispositivo (creazione, peccato originale, cacciata) è qui ridotto all'evento essenziale da cui trae origine il peccato carnale. I caratteri somatici di Adamo, Eva e Dio testimoniano un riavvicinamento al realismo da parte di Bosch. L'immagine del Creatore raffigurato come Cristo si collega alla tradizione antica, dimenticata dai quattrocentisti, ma ripresa da Bosch, secondo il quale Dio creò il mondo tramite il suo verbo. Nel Paradiso Terrestre, costruito dal basso verso l'alto mediante dei piani circolari sono inserite piante ed animali di specie rara, che cominciano a divorarsi a vicenda e, sullo sfondo, quattro rupi fantastiche con forme geometriche astratte. La palma con il serpente attorcigliato è l'albero della conoscenza del bene e del male, cioè dei frutti tentatori che la donna (i sensi) offre all'uomo (la ragione).

Il centro della composizione è formato dalla fontana della vita, la cui struttura rammenta vagamente una sorta di monumento gotico, caratterizzato in alto dalla mezza luna, simbolo del diavolo, ed in basso al centro del disco di base un occhio con una civetta appollaiata. Il disco, l'occhio e la civetta formerebbero uno dei cosiddetti "punti di concentrazione" usati dai mistici per porsi in stato di ascesi.

C. IL GIARDINO DELLE DELIZIE

Scomparto centrale del complesso, raffigurante donne e uomini, fra i quali anche fanciulle e giovani neri, uniti in coppia o in gruppi racchiusi da strani separès vegetali o minerali, che si abbandonano alle dolcezze carnali secondo o contro natura. Evidentissima in questo quadro è la particolare visione spaziale di Bosch: le figure sono scaglionate in bande orizzontali (con punti di fuga diversi e che hanno continuità solo di accostamento), o leggermente oblique, dall'alto verso il basso del dipinto, e la profondità è solo accennata. Le figure si muovono e sono immerse in uno spazio vago ed impalpabile, una sorta di spazio onirico, mediante il quale Bosch riesce a rappresentare l'atmosfera e lo stato proprio del sogno, e quindi privato della tridimensionalità.

Al centro della composizione è la cavalcata della libidine attorno alla fonte della giovinezza entro cui si bagnano le donne, che hanno sul capo corvi (simbolo di incredulità), pavoni (vanità), ibis divoratori di pesci morti (le gioie passate). Gli animali della cavalcata - leopardi, orsi, leoni, grifoni, liocorni - tratti direttamente dai bestiari medievali, sarebbero simboli di lussuria e di altri peccati. L'intera rappresentazione contiene numerosi sim,boli alchemici: a partire dai pettirossi, simbolo di lascivia, le farfalle di incostanza, la civetta di eresia, l'upupa che si nutre di rifiuti dell'anima compiaciuta delle false dottrine, il martin pescatore dell'ipocrisia. Alchemici sono anche alcuni colori (rosso = processo creativo, azzurro = frode e malvagità) ed il senso di trasmutazione continua della materia, indicato dal lussureggiare delle vegetazioni e dalla trasformazioni di parti umane e rocciose in strane forme vegetali.

D. L'INFERNO MUSICALE

Faccia interna dello scomparto laterale a destra, con la punizione dei peccati realizzata secondo la legge del contrappasso. L'opera si articola, come nel Giardino, in piani sovrapposti dal basso verso l'alto, che qui hanno un lieve movimento zigzagato. I toni a differenza delle altre parti sono molto più cupi e tenebrosi, ottenuti da un sottile gioco di chiaroscuri tra le figure chiare ed il fondo nero. Anche qui i somboli alchemici sono numerosi e sparsi un pò ovunque, ad iniziare dal mostro centrale, che costituisce il momento figurativo culminante e che rappresenta l'uomo alchemico. I colori che lo contraddistinguono (dal basso verso l'alto, nero, bianco e rosso) riflettono gli stadi di cottura del mercurio, le gambe poggiano entro i due vascelli dell'Arte e della Natura che portano alla Grande Opera. Nel cavo dell'uomo è una bettola, in cui demoni e streghe gozzovigliano (critica ai costumi della società), sulla testa, che probabilmnte è un autoritratto, intorno ad una corna musa rosa, simbolo sessuale, danzano diavoli e peccatori. L'arpa, il liutoe l'organo, divenuti strumenti di supplizio e circondati da dannati che cantano sullo spartito sono, per alcuni, simboli sessuali della punizione del peccato carnale, mentre per altri, secondo l'interpretazione adamitica, sono ricordi dell'armonia del Paradiso. Il mostro in trono, con testa di uccello e i piedi nelle brocche è Satana: egli inghiotte i dannati e li passa sottoforma escrementi in una bolla trasparente, contrappasso delle bolle voluttuose del Giardino, su cui i lussuriosi si esibiscono in danze lascive. In basso a sinistra, è il supplizio dell'iracondo trafitto, con allusione ad una lite fra giocatori di dadi, che sono dietro di lui, la mano benedicente trafitta dal coltello è la carità del Salvatore, annientata dai peccatori, l'uomo sbranato dai cani simboleggia l'invidia. L'orecchia gigantesca trapassata dalla freccia è ritenuta l'emblema dell'infelicità. La chiave penzolante dal bastone del monaco è interpretata come simbolo del desiderio coniugale proibito al clero. Nello sfondo è la visione dell'inferno di fuoco, in cui sono contenute le simbologie dei quattro elementi alchemici: il villaggio è la terra, il fiume infernale è l'acqua, il mulino a vento è l'aria, il vulcano è il fuoco.

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