IL CASTELLO DI OTRANTO
La prima edizione di questo romanzo risale al 24 dicembre 1764 (anche se sul frontespizio appare la data 1765) per l'editore londinese Thomas Lownds ed è anonima, fu stampata in 500 copie. Il frontespizio portava infatti questa dicitura: The Castle of Otranto. A Gothic Story.Translated by William Marshall, Gent. from the Original Italian Onuphrio Muralto, Canon of the Church of St. Nicholas at Otranto. Dunque il romanzo è presentato come un autentico manoscritto medievale in cui sembra essere narrato il resoconto storia vera. Ed infatti nella prefazione il fantomatico traduttore, William Marshall, ci informa che "La seguente opera è stata trovata nella biblioteca di un'antica famiglia cattolica del Nord dell'Inghilterra. Fu stampato a Napoli, in caratteri neri, nell'anno 1529. Quanto tempo prima sia stata scritta non è assolutamente accertabile"... Per ben un anno i lettori credettero che effettivamente il romanzo fosse semplicemente una traduzione di un antico manoscritto fino a quando Horace Walpole, lasciando l'anonimato, si decise visto il grande successo riscontrato, a pubblicare una seconda edizione. Questa seconda edizione, dell'11 aprile del 1765 pubblicata dagli editori William Bathoe e Thomas Lownds, presenta in aggiunta alla precedente un sonetto dedicato all'amica di Walpole, Lady Mary Coke ed una nuova prefazione in cui appunto Walpole esce allo scoperto scrivendo "Il favore con cui questo scritto è stato accolto dal pubblico rende necessario che l'autore spieghi i motivi che hanno portato alla sua composizione. Ma prima di rivelare tali ragioni, è giusto che egli si scusi con i lettori per aver proposta la sua opera sotto le mentite spoglie di un traduttore. Giacché una certa diffidenza nelle proprie capacità, nonché la novità del tentativo, sono stati gli unici stimoli che l'hanno indotto ad assumere tale travestimento, l'autore si illude di essere scusabile."....
Il castello di Otranto è considerato oggi il primo grande romanzo gotico e capostipite di questo genere che molto successo ebbe nel Settecento e nell'Ottocento. Lo stesso Walpole, sempre nella prefazione alla seconda edizione, sembra dare a una definizione molto valida del genere letterario che egli ha inaugurato: ..."Si è trattato di un tentativo di fondere i due generi del romanzo, quello antico e quello moderno. Nel primo ogni cosa era guidata dall'immaginazione e dall'inverosimiglianza: nel secondo l'intento, che a volte è anche ben realizzato, è quello di imitare la natura. Non vi manca l'invenzione; ma le grandi risorse della fantasia sono state chiuse entro gli argini di una rigorosa aderenza alla vita comune.....L'autore delle pagine che seguono credette possibile riconciliare i due generi. Pur desiderando lasciare i poteri della fantasia liberi di spaziare per l'immenso dominio dell'invenzione, e di creare per questo vicende più emozionanti, egli si prefisse di muovere gli attori mortali del suop dramma secondo le regole della verosimiglianza. Ovvero di farli pensare, parlare e agire come semplici donne e uomini avrebbero fatto se posti in situazioni così insolite"...